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Il
22° GIRO DEI MASI cambia volto, ... o meglio cambia percorso.
La
differenza più evidente sta nell'abbandono di lunghi tratti di
strada, asfaltata o sterrata, comunque aperta al traffico veicolare,
a favore di splendidi sentieri immersi nel verde.
Le partenze
rimangono identiche. Il percorso della gara lunga, dal paese di
Pedersano, punta diritto verso la chiesetta di S. Sisinio (9 km
all'arrivo).
In questo breve tratto, la prima difficoltà: un
sentierino di poche decine di metri alquanto stretto metterà
"tutti in fila" , seguito da un primo assaggio di rampetta in
erba.
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Dalla chiesetta di S. Sisinio un breve tratto di strada
asfaltata molto scorrevole conduce ad un'altra rampa di 300 m, che
porta l'atleta al "deposit", un vascone che raccoglie
l'acqua per l'irrigazione, appena sopra quota 500 m slm.
Inizia
ora un tratto di strada asfaltata di circa 800 m pianeggiante, a tratti in dolce discesa,
dove l'atleta è tentato di allungare per mettere spazio tra sé e
l'avversario, ma sarebbe un errore; la salita conduce ad una rampa
micidiale che sale con pendenze dal 15 al 27 %, passando in poche
centinaia di metri da quota 525 m a 700 m slm ......... Forse nel
tratto asfaltato a valle era opportuno risparmiare un po' di fiato,
anche se ora il muscolo può nuovamente rilassarsi (???) per un
ulteriore breve tratto in piano e discesa che porta, poco oltre i 6
km dall'arrivo, all'innesto con il percorso della gara corta.
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Ed ora
il percorso ricalca l'unico breve sentiero che si percorreva nelle
passate edizioni, fino al primo ristoro presso il "capitel de S.Roc" in località
Monti. Il tracciato quindi si rituffa nel verde del bosco alternando
tratti di sentiero ripido con parti meno impegnative dove è
possibile riprendere fiato, immersi nella splendida
Selva de Daiam, poco sotto il lago di Cei.
Il sentiero sale e,
sfiorando la strada che da Cei porta in Cimana, punta diritto e
con un'ulteriore erta fino alla chiesa di S.
Martino, a quota 1013 m.
Da qui, infilando rapidi sguardi sulla
sottostante splendida conca di Pra dall'Albi, ci si butta nella
breve, ma tecnica discesa che porta ad attraversare la lingua di
asfalto appena steso, si attraversa il Pra dall'Albi, quindi su ad
affrontare alcuni gradini in terra battuta e tronchi di legno ed
infine via, fino al secondo
punto di ristoro della Fontana del Pra dell'Albi; siamo a quota 980.
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E' ora richiesto un ultimo sforzo per affrontare i sentieri che
attraverso boschi e prati portano l'atleta diritto sul tetto del
percorso a quota 1235 m slm, il dosso che domina la piana di Cimana.
Da qui manca ancora quasi un chilometro, già si sentono le
"ciacole
de la zent che speta" e la gara può ormai considerarsi finita: solo
qualche scampolo di discesa e pianura fino all'arrivo.
Su questo
tratto basta "averne ancora" per tentare un allungo, uno
sprint con l'amico di avventura più vicino, oppure lasciar girare
le gambe per conto loro pregustando l'odore del vicino arrivo, il
profumo dell'ultimo ristoro da poter consumare "da
fermi", il sapore del meritato riposo ... qualunque sia il
risultato, …… la magica atmosfera "dei prai, dei laresi de
Zimana dei Presani".
Poi
tutti a tavola: na magnada dopo na sfadigada, anche se
zercada, la se gusta con na senzaziom particolare.
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